29/10/08

Informale

Acquerello su carta da pacchi, dato con pennello e con aerografo a fiato.

Siccome sto imparando a dipingere, allora chiedo consigli e osservazioni.

Mi è stato detto che devo interpretare la realtà, piuttosto che rappresentarla.
Le pennellatine sono un tentativo quasi futile di migliorare la rappresentazione, un compiacimento.

Devo trasmettere un sentimento.
Ma forse, più che trasmettere un sentimento (se la trasmissione funzionasse, chi legge la pittura dovrebbe provare lo stesso sentimento che intendevo io), devo suscitare un sentimento.
Beh, in effetti sarebbe bello e ognuno sentirebbe il suo sentimento, diverso da quello che intendevo io e diverso da quello di chiunque altro.

Bene, ho deciso di fare correre il pennello con il colore molto diluito.
Cosa è successo? Ne farò degli altri, o e meglio di no?

9 commenti:

trillina ha detto...

Oltre a dipingere dovresti scrivere un trattato di filosofia: ho dovuto leggere due volte quello che hai scritto.
L'acquerello mi piace, suscita in me una sensazione di leggerezza e nello stesso tempo di profondità. Ciao

Anonimo ha detto...

questi stessi esercizi li facevo il primo anno di scuola d'arte, e li sto facendo ora con i ragazzi disabili che seguo: servono esclusivamente a prendere confidenza con la materia, ad imparare ad usare occhi e mani coordinandoli, ma anche a far correre la fantasia e a saper apprezzare i risultati ottenuti.
Per quanto riguarda il resto, emozioni e fruibilità dell'opera... bè neanche i grandi artisti non erano sempre certi che il loro messaggio raggiungesse le masse, oppure non se ne curavano troppo! bacio Valeria

Anna-Marina ha detto...

Secondo me la realtà viene sempre interpretata: con il pennello, con le parole, anche con la foto. Quest'ultima ad es. cambia a seconda delle scelte che il fotografo adotta. Quindi, dipingi come ti pare, tanto poi, quando sarai un famoso pittore, di fama mondiale....chissà che si dirà di te: il Cipo nella scelta di delicate tinte, con il tratto leggero, quasi evanescente, attraversava sicuramente un profondo periodo di pura follia, dove la realtà ormai era sfuggita dalle sue mani, lo si legge anche nei testi confusi e astratti che accompagnavano i dipinti. Baci

cbar ha detto...

Ciao Alby, credo tu non debba credere a quello che ti han detto. Non è possibile rappresentare la realtà e basta. Prova a mettere in una stanza 10 persone con davanti un vaso di fiori da ritrarre. Non ci saranno due quadri uguali alla fine perchè ognuno interpreta, ognuno vede a modo suo.
Le persone che guarderanno i tuoi quadri proveranno sensazioni, ma non esiste nessun dovere di trasmettere o suscitare sentimenti.
Ecco, secondo me esiste solo il piacere di dipingere.
Ciao, 1 bacio, cbar

Alby ha detto...

Trillina e Valeria: grazie

Marina: dunque, vediamo… quando sarò un pittore famoso ai critici mancheranno le mie opere giovanili, permeate di turbamenti pre- durant- e post-adolescenziali.
Ora che sono maturo, temo, in effetti mi sento a volte un po' confuso.

Cbar: hai ragione: dipingere è un profondo piacere in sé. Però è inevitabile mettersi in gioco, anzi necessario. Un dipinto non esiste, se non è guardato da altri occhi, oltre quelli dell'autore. Nel momento che esiste, viene interpretato e giudicato.
Diciamo che il giudizio, poi, ci condiziona perché come minimo può fare piacere, quando è buono, o ci può frustrare, quando non lo è.
In ogni caso non è facile ignorarlo.
Forse ha ragione Marina che sono un po' confuso.
Ciao

Anna-Marina ha detto...

Aaaaaaaaaaaah, ci sei ricascato! Dipingi, va, che ti riesce bene, anche nelle foto non sei male!!!!!!

Anonimo ha detto...

allora alby, ti parlerà la maestrina che è in me.
quello che penso dell'informale l'hai già letto, mi sembra.
l'informale si nutre di onestà, quello vero, intendo.
e per arrivare ad un informale onesto bisogna per forza passare attraverso il formale.
il disegno è la base della pittura.
come l'abc lo è per la scrittura.
quindi il mio consiglio è, disegna.
disegna tantotantissimo.

Alby ha detto...

Francesca: grazie, mi eserciterò volentieri e posterò gli esercizi (ho già in mente uno da fare fra oggi e domenica).

Anonimo ha detto...

bravo alby. tieni sempre una matita in tasca. la carta la puoi trovare ovunque. la pagina bianca di un libro, un tovagliolino, lo scontrino di un acquisto...ogni pezzetto di carta va bene. abbiamo tante attese da riempire, ogni giorno. dieci minuti qui e dieci là. impiega i tuoi disegnando la prima cosa che ti trovi davanti. le scarpe, una penna, il cellulare, un posacenere. non importa cos'è, ché da quel momento non sarà più un oggetto, ma diventerà il tuo soggetto da disegnare. osservalo bene e poi fanne un abbozzo. se hai abbastanza tempo, continua con ombre e luci. e se devi aspettare un treno in ritardo disegna anche ogni suo piccolo particolare.
sai qual è il problema? che a volte si cerca un soggetto con la esse maiuscola. un qualcosa da disegnare d'importante. e si perde la spontaneità.
scusa per la lunghezza del commento.
a presto.
francescaff